Il libro incombusto | opere dell’artista Mao
Fino al 15 Febbraio 2020
Mostra personale di Maurizio Rigamonti in arte Mao
curata da Paolo Savardi
IL LIBRO INCOMBUSTO
Il “libro d’artista” vanta una lunga storia. Origina con le avanguardie artistiche europee del primo novecento, dal Dadaismo a Duchamp e in particolare il futurismo, ( “Libro bullonato”;Fortunato Depero, 1927.), per evolvere nei decenni successivi (si pensi alle cancellazioni testuali di Emilio Isgrò degli anni ‘60, alle pagine immateriali di Piero Manzoni, al movimento “Fluxus” sino al movimento “Arte povera” ) da contenitore di segni e parole ad opera d’arte tout-court , godibile attraverso lo sguardo e il tatto, unico tra i testi a cui è concesso di essere illeggibile secondo il canone tradizionale: pagina- parola scritta , azzerando, “de facto”, ogni specificità linguistica per approdare all’universalità del linguaggio dell’arte.
Da questi presupposti parte il ciclo di opere realizzate dall’ artista Mao, dove il libro, inteso come lavoro d’arte, pur conservando una morfologia riconoscibile, trasfigura in un agglutinato di segni , scalfitture, combustioni, immagini che cambiano di significato ove cambia la prospettiva dello sguardo di ogni singolo osservatore.
Opere che rappresentano un teatro aperto alla sperimentazione, con porte spalancate sulla cognizione del tempo, flusso che trascina i sedimenti di un vissuto che sbiadisce, un passato che affievolisce i contorni dei ricordi e li rielabora in segni come ferite ancora aperte e dunque vive, sanguinati e dolenti, cifra di una vitalità non estinta e mutevole nel suo continuo divenire.
Il lavoro dell’artista, ponendo le mani in una materia di partenza inerte, che, deprivata della parola, pare un vuoto simulacro, ha la capacità di renderla vibrante e viva, grazie al suo intervento che rielabora questa fissità per far riemergere il senso profondo di connessione con il mondo naturale, i suoi elementi immutabili ,i simboli, le radici , le ustioni, gli elementi di un brodo primordiale del quale conserviamo genetica memoria
Ogni opera ha attraversato il corso delle stagioni esposta agli agenti naturali – pioggia,sole,vento,tenebra- per precisa scelta dell’artista, quasi a voler confermare a se stesso e a noi , che non esiste nulla che possa affrancarsi dalla natura, nostra matrice e confine ultimo.
I titoli a corredo dei lavori di Mao hanno una funzione meramente evocativa e di supporto, non aspirano a rappresentare l’ “io” dell’artista, piuttosto inverano una co-incidenza che appartiene ad ognuno, ed ognuno, pur partendo da punti diversi, non può che trovarsi a raggiungere il medesimo centro, emblema di un arrivo e di una inderogabile ripartenza .
I reticoli e le infinite lacerazioni , i bagliori di minime luci che attraversano la superficie corrosa da piogge acide, narrano di un caos straniante e attrattivo, accadimento che ci rappresenta in modo primigenio.
Queste opere –che abbandonano ma non disconoscono Gutemberg- non pretendono di contenere il verbo o la verità ma, rifacendoci all’immagine del libro “volante” raffigurata nel “Miracolo del libro incombusto” (Francesco Traini, dipinto su tavola,1344-45,Pisa, Museo Nazionale di San Matteo), vogliamo credere che esse stesse abbiano superato l’ordalia del fuoco, per librarsi ,tra lo stupore degli astanti, in un dominio che non tutti sanno vedere.
Paolo Savardi
Fino al 15 Febbraio 2020
@Key Gallery
via Borsieri 12 – Milano (Isola)